Lunedì, neve permettendo – a Milano e in UK – sarò a Sud-Est di Londra, in un pub, a incontrare l’Insider. Uno dei giornalisti più terribili del mondo dell’enterprise software. Da due anni scrive le cose peggiori contro la mia azienda (e non solo). I signori nella mia posizione prima che io arrivassi, in accordo con Corporate - quell’entità delle multinazionali che, per definizione, non comprende un accidente di ciò che avviene nelle Regions - avevano deciso un embargo totale, che si trascina, appunto, da ventiquattro mesi. Embargo è in soldoni il divieto di parlare, invitare, rispondere alle comunicazioni del suddetto giornalista.
Un embargo è la cosa più idiota che possa venire in mente a un VP Marketing o di Comunicazione. E’ l’esatto opposto della sua funzione – marketing è comunicazione, comunicazione è conversazione. E così, lunedì romperò l’embargo, a mio rischio e pericolo, e andrò a visitare il terribile giornalista, autore di un pezzo mensile che, molto creativamente, ha intitolato l’Insider.
Gioco fuori casa. Mi sto preparando rileggendo i suoi articoli degli ultimi tre mesi. E ripensando ai nomi dei whisky scozzesi assaggiati negli ultimi anni. Lo sento. Alla fine sarà un Oban single malt a rompere definitivamente l’embargo.
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