A proposito di branding e corporate identity, la mia azienda ha cambiato brand circa due anni fa, nel duemilanove. Per rispecchiare la sua nuova identità, risultato della fusione di varie divisioni e della vendita di rami aziendali; per rinfrescare la sua immagine – il colore scelto è stato il verde, per ricordare gli sforzi legati alla sostenibilità che l’azienda sta intraprendendo negli ultimi anni; per facilitare l’ingresso nel FTSE 100 di Londra, cosa puntualmente avvenuta qualche anno fa.
Trovo semplicemente affascinante seguire l’evoluzione dei brand; e far parte di persona di un processo di cambiamento lo è ancora di più. Nel nostro caso, ad esempio, non si tratta solo di comunicare la nuova brand identity. La difficoltà consiste nel legare i vecchi brand di prodotto, ben più noti del brand aziendale, alla nuova corporate identity. Tanto per capirci, quando ci si presenta ad un cliente, la scena volge spesso su questi toni (e sto drasticamente semplificando): “salve, sono dell’azienda X”; “quale azienda ha detto, scusi?” “quella dei prodotti Y e Z” “ah, ma certo, mi dica!”. La cosa avviene in tutta Europa e US, nei mercati cioè in cui abbiamo una presenza da almeno una trentina anni. Ben alltra situazione si riscontra, naturalmente, nelle aree emergenti del pianeta.
Mi piacerebbe ascoltare le vostre storie, nel caso in cui siate direttamente coinvolti con branding management e comunicazione per le vostre aziende.
Sempre sul tema un paio di post interessanti sull’argomento:
- Some brands never get old, sul brand MindTree, qui
- l’evoluzione del logo Starbucks, qui
- intervista con il senior designer che ha guidato l’evoluzione in Starbucks, qui
Altri miei post sul branding, qui. Quello sull’evoluzione del brand di Apple lo trovo sempre intrigante, quasi quanto uno dei tanti comizi improvvisati del nostro presidente signor B.
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